Il motore Bauer

Il motore Bauer

 

L’ultimo motore di Barsanti e Matteucci fu costruito nel 1863 a Milano dalle Officine Bauer & Co., dette all’Elvetica (successivamente chiamate Soc. An. Breda) che erano a quel tempo la migliore industria meccanica italiana. I lavori di montaggio furono seguiti solo da P. Barsanti perché Matteucci, fino dal marzo 1862, si era gravemente ammalato, sì da dare, nel dicembre successivo, le dimissioni da direttore tecnico della Società.

Questo motore fu analizzato dal Reale Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti: nel volume III degli Atti di quell’anno è riportata la relazione della commissione esaminatrice, da cui si ricavano le caratteristiche costruttive della macchina ed i risultati delle prove di funzionamento, di potenza e di consumo. Vi è anche un confronto fra i consumi di questo motore, di quello Lenoir e della macchina a vapore. Inoltre vi si afferma la priorità dell’invenzione degli italiani rispetto a quella di Lenoir.

Dalla relazione si deduce che il motore corrispondeva alla descrizione del brevetto inglese n° 1655 del 1857: si trattava, infatti, di un motore ad un solo cilindro verticale della potenza di 4 cavalli, organizzato secondo la prima soluzione costruttiva, ovvero con lo stantuffo ausiliario.

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Foto del motore Barsanti e Matteucci realizzato dalla Soc. Bauer di Milano (1863)
concessione dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze

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L’importanza dell’invenzione fu pienamente compresa dalla commissione, che scrive che motori di piccola potenza possono essere utili per l’industria, dove l’uso della macchina a vapore non è opportuno sia per il calore ed il fumo che produce, sia per il tempo che impiega per essere pronta all’uso.
Nel confronto col motore Lenoir, evidenzia il vantaggio di risparmiare la metà del gas infiammabile, ottenendo una potenza dinamica non minore di quella di Lenoir. Inoltre, esprime la considerazione che, dato che il gas infiammabile può essere generato con metodi più semplici, si potranno realizzare economie ancora più importanti.

In conclusione, vista la limitatezza delle esperienze condotte, i relatori si dichiarano non in grado di poter affermare da subito che la nuova macchina abbia raggiunto lo sviluppo necessario per fare concorrenza colle macchine a vapore; tuttavia affermano di dover far plauso agli studj dei signori Barsanti e Matteucci, e propone d’incoraggiarli a perseverare in queste ricerche, che promettono utili innovazioni nella meccanica pratica, conferendo ad essi la medaglia d’argento, con giudizio sospeso per premio maggiore dopo l’esito di ulteriori esperienze.

Modello del motore Bauer realizzato dalla Fondazione Barsanti e Matteucci
e conservato al Museo del motore a scoppio